Le tecnologie che utilizzano la terza dimensione stanno letteralmente rivoluzionando non solo la diagnostica ma anche la pianificazione e la pratica della chirurgia maxillo-facciale e di quella ortognatica.
La realtà è strutturalmente tridimensionale ma nella diagnostica storica, fino a una decina di anni fa, le immagini venivano riportate in due dimensioni, sia che si trattasse di una radiografia ossea che di tessuti molli. Lo sviluppo del 3D riguarda la chirurgia di tutti i distretti corporei e ha una particolare rilevanza per la chirurgia maxillo-facciale.
Alla vigilia di un corso di alta formazione sul tema, Italian Dental Journal ha chiesto ad Alberto Bianchi, che ne sarà responsabile per la didattica chirurgica, di delineare una panoramica del 3D. Aggiornata a oggi, potrebbe risultare incompleta già tra pochi mesi, perché il settore vive una evoluzione tecnologica turbinosa, che ha già cambiato radicalmente il modo di lavorare di chirurghi maxillo-facciali e ortodontisti.